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Il bosone di Higgs è ormai alle corde!

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Nonostante la mia passione per la scienza sia sempre viva e forte, dal dicembre 2008, mese di creazione del IL MATEMAGICO, ad oggi,  ho avuto sempre meno tempo da dedicare alla realizzazione di post per il mio blog.
L’ultimo articolo realizzato risale ormai a dicembre 2011, quando raccontai della fotografia dell’”impronta del Bosone di Higgs“.  Ebbene oggi non posso non ricollegarmi a quanto scritto l’ultima volta visto che, secondo quanto riferisce il CERN di Ginevra, il Bosone di Higgs sembrerebbe esistere davvero.
Ma, facciamo un passo indietro. Al termine dei test di fine 2011, il fisico tedesco Rolf Heuer, metteva in guardia il direttore del CNR, affermando: “Anche se i risultati sono significativi, i dati non bastano ancora a confermare con assoluta certezza l’esistenza del bosone di Higgs. Nella scala che i fisici chiamano sigma o deviazione standard siamo ancora al livello 3: per dichiarare con certezza una scoperta si richiede un livello minimo di 5.”.

Ma in cosa consistono gli esperimenti condotti con l’LHC per scovare la Particella di Dio? Si tenta di misurare il decadimento del bosone di Higgs. In poche parole, due protoni vengono fatti scontrare per osservare gli effetti della loro collisione: il bosone di Higgs si disintegra in un lasso di tempo assai breve, ma secondo il Modello Standard, decade in particelle quasi tutte note e rilevabili. E’ proprio cercando queste particelle e misurandone le caratteristiche, che gli scienziati possono trarre delle conclusioni sulla particella che le ha generate.
Avvalendosi delle attuali tecnologie, grazie gli esperimenti CMS e ATLAS, se il bosone di Higgs non esistesse, gli scienziati dovrebbero essere in grado di escludere la sua esistenza con una probabilità prossima al 100%.

Gli studi presentati oggi, che saranno pubblicati entro la fine del mese, hanno preso in esame i dati ottenuti ad un’energia di 8TeV. Tale valore esprime l’entità delle collisioni protone-protone nell’LHC. L’esperimento ATLAS ha generato un milione di miliardi di collisioni che hanno condotto fino alla misura di circa 126GeV con un sigma pari a 5, mentre l’esperimento CMS mostra la stessa deviazione standard (5 sigma), ma su una misura di 125GeV.
la speranza di tutti è quella di allargare di tre volte la base di dati analizzata entro fine anno in modo da aumentare la qualità dei risultati.

In realtà, la probabilità di esistenza del bosone di Higgs non è ancora assoluta: secondo alcuni dei canali di misurazione del decadimento, ci sarebbe ancora una sigma inferiore al fatidico valore 5, ed è per questo che i ricercatori premono per maggiori informazioni da analizzare e ulteriori evoluzioni degli strumenti a loro disposizione.
Tuttavia, ad oggi ce n’è abbastanza per affermare che la ricerca è sulla buona strada: il bosone di Higgs è ormai alle corde, ed entro la fine del 2012 sarà svelato definitivamente.


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